venerdì 17 giugno 2011

Parole, parole, parole…

Come cantava un po’ di anni fa Mina, ad oggi il mercato della Juve è stato solo un susseguirsi di Parole, parole, parole…
Arrivati i parametri zero Pirlo, Ziegler e Pazienza, i tifosi juventini aspettavano almeno un primo colpo, se non la famigerata punta milionaria, almeno qualche tassello da rafforzare la squadra. Si attende ormai da giorni l’annuncio del terzino destro svizzero Lichtsteiner, dato dai ben informati, prossimo a vestire la casacca bianconera. E invece l’annuncio che da almeno 4 giorni è dato come prossimo e ufficializzabile entro poche ore, continuando a tenere i tifosi col fiato sospeso, tarda ad arrivare. Si parla di differenza di 500 mila euro, tra domanda e offerta: per me è più un aspettare da parte della Lazio e del giocatore qualche offerta più allettante, sia in termini economici che di appeal (una squadra che partecipi alle coppe Europee).

E poi ci sono gli ormai mitici Top Player: i nomi vanno dai seguitissimi Aguero, Tevez e Sanchez, ai un po’ meno appariscenti Higuain e Vucinic. In mezzo ci possiamo mettere la ricerca del “compagno” di Pirlo, da scegliere tra Inler, Fernando e Lassana Diarra. Tanti nomi, tutti carissimi e con poca voglia di venire sotto la Mole a fare una stagione senza gite Europee, e quindi difficilmente convincibili se non con ingaggi faraonici.
In aggiunta alle difficoltà oggettive nell’accaparrarsi questi campioni, Marotta e Paratici devono affrontare le intransigenti prese di posizione di alcuni calciatori bianconeri non propensi a lasciare Torino. Infatti, tramite i loro procuratori, hanno fatto sapere di volersi rilanciare con la Juve, avendo le spalle coperte da contratti lunghi e molto alti. Tra questi sicuramente Vincenzo Iaquinta, Felipe Melo, Fabio Grosso, Zdenek Grygera ed Amauri.
Non ci manca quindi che aspettare giovedì 23 giugno per conoscere l’ammontare dell’aumento di capitale e quale sarà la porzione destinata al mercato…sperando che nel frattempo qualcuno dell’attuale rosa decida finalmente di accasarsi da qualche altra parte.

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